Le rivoluzioni tecnologiche, le masse nella Storia, le proiezioni di emancipazione, i conflitti globali, le grandi illusioni collettive, la secolarizzazione. Le avanguardie, l’arte di rottura, la pittura metafisica, il surrealismo.
Non basta, Novecento non è solo un periodo storico, una frazione di tempo, un contenitore di idee e filosofie, è piuttosto un’aura, un colore, un fermo immagine di mille immagini. Ho voluto raccontarle attraverso il ritratto surreale delle architetture che stilisticamente più mi riportano a quella sensazione vaga, una fredda nostalgia tuttavia spiritualmente piena. Il razionalismo, il modernismo, il monumentalismo e le sue strutture, fusi in paesaggi assolati, albe montane, mediterranei lividi. L’elemento umano è
volutamente rarefatto, quelle strutture appartengono al passato, sono eterne destinate a fondersi con le sabbie del Tempo che tutto assorbe, consuma, oblia.
La cifra stilistica come per altre serie di dipinti precedenti sono le pennellate brevi, verticali ed orizzontali che creano la trama fondamentale, come l’intreccio tra spirito e materia costituiscono la Realtà che ci circonda.
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